Ottimizzare, convertire, diversificare, ridurre le emissioni di gas serra e chi più ne ha più ne metta.
Il commercio internazionale di pellet di legno è aumentato annualmente per oltre 10 anni, grazie alla crescente domanda in Europa e in Asia.
Il mercato globale dei pellet di legno nel 2020 era valutato 11,6 miliardi di dollari.
Sul suo tasso di crescita per i successivi 10 anni (CAGR, tasso composito di crescita) c’è una forbice di alcuni punti percentuali tra i vari enti e sistemi di ricerca (TMR, Research & Market, Bioenergy Europe, etc) che va dal 8 al 15%. Ma il più accreditato si attesta intorno a un attraente 11%. Quello su cui i dati sembrano concordare, in ogni caso, è il volume globale della produzione, che si prevede raggiungerà nel 2030 un valore tra 29 e 31 miliardi di dollari.
Come? È presto detto.
Applicazioni in Crescita
I pellet di legno sono emersi come una fonte di energia rinnovabile valida e promettente in sostituzione del carbone, soprattutto in Europa e Nord America. Negli ultimi anni il mercato dei pellet ha registrato un’enorme crescita a livello mondiale, con un aumento della domanda sia per le applicazioni industriali nelle centrali elettriche su larga scala, sia per le applicazioni su piccola scala nei sistemi di riscaldamento residenziale.
Regolamentazione a Sostegno dello Sviluppo
Leggi, regolamenti e incentivi economici sostengono da tempo l’adozione di sistemi che sostituiscano i combustibili fossili e ogni analisi conferma la tendenza anche per i prossimi anni. I governi di vari Paesi e le organizzazioni globali adottano costantemente le misure per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. L’Austria, ad esempio, ha fissato l’obiettivo di raggiungere il 100% di elettricità rinnovabile entro il 2030. La Francia si è impegnata a ridurre le proprie emissioni di gas serra e a diventare “carbon neutral” entro il 2050, in linea con l’Accordo sul Clima di Parigi del 2015.
Sviluppo Segmenti e Regioni
L’uso dei pellet di legno come combustibile è stato ampiamente adottato per il riscaldamento delle abitazioni e per le caldaie elettriche, soprattutto nella regione europea. La crescita della quota di mercato del segmento residenziale sarà significativa, senza tuttavia aumentare in modo significativo le emissioni di carbonio.
La regione Europea è il maggior consumatore e produttore di pellet di legno e si stima che contribuirà per il 73% alla crescita del mercato globale per i prossimi 5 o 6 anni, con Regno Unito, Italia, Germania, Danimarca, Svezia, Francia e Belgio come principali contribuenti al fatturato.
Materia Prima alternativa
Il numero crescente di impianti di pellet dipende fortemente dall’uso di residui di segheria come materia prima e la mancanza di segatura e trucioli rappresenta una sfida per produttori e fornitori.
Gli operatori del settore si stanno quindi approvvigionando di altri tipi di materie prime legnose alternative, tra cui il legname industriale, la corteccia e il cippato delle segherie, per incrementare la produzione di pellet residenziali e industriali.
Inoltre, per aumentare la credibilità del sistema sotto l’aspetto economico e circolare, i produttori del mercato dei pellet di legno si astengono dall’abbattere gli alberi e si concentrano sugli alberi danneggiati dagli incendi o morti. Per citare un esempio a noi vicino, si veda l’uso degli alberi uccisi dal Bostrico, il piccolo coleottero tristemente noto nei boschi di Veneto e Trentino, che dopo la tempesta “Vaia” si è diffuso in modo epidemico.
Grazie a ricerche approfondite in corso, sta aumentando la disponibilità di pellet ingegnerizzati – pellet di legno ad alto potere calorifico – che hanno dimensioni e contenuto di umidità uniformi e che possono essere bruciati in modo pulito in forni automatici per pellet appositamente progettati.
Sviluppo Tecnologico
È così che le innovazioni nelle caldaie a pellet in legno stanno agendo come fattori chiave per gli stakeholder. I produttori, per esempio, stanno aumentando la disponibilità di sistemi autopulenti nelle caldaie, che richiedano un intervento minimo da parte dell’utente – benché lo scambiatore di calore debba essere spazzolato spesso per ottenere la massima efficienza – aumentando la consapevolezza dei vantaggi ecologici e dell’economicità dei pellet di legno per incrementare le vendite.
Poiché il costo iniziale dei sistemi delle caldaie può essere relativamente alto rispetto alle tradizionali caldaie a gas, le aziende del mercato dei pellet di legno stanno anche diffondendo le informazioni sulle sovvenzioni per le caldaie a biomassa per aiutare I client a sostenere l’investimento.
Sviluppo Produttivo
Nelle aree fredde di numerosi paesi, dove il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua è un’esigenza costante, i produttori stanno aumentando la capacità produttiva per fornire pellet di legno tutto l’anno, indipendentemente dai cambiamenti stagionali. Gli operatori industriali preferiscono una qualità costante dei pellet per garantire un riscaldamento costante nelle applicazioni dei bruciatori.
Attraverso questi processi di ingegnerizzazione, di ottimizzazione della produzione, di comunicazione dei vantaggi ecologici ed economici al consumatore finale, i pellet di legno stanno sempre più sostituendo il GPL (gas di petrolio liquido) per il riscaldamento.
Aziende brasiliane, come HAAS Madeira, stanno conducendo importanti progetti per aumentare l’uso globale di bioenergia sostenibile con pellet di legno di eucalipto brasiliano, in grado di soddisfare il crescente fabbisogno di elettricità e riscaldamento. Il Brasile sta offrendo opportunità molto interessanti con la commercializzazione dei pellet di legno di eucalipto, grazie all’abbondanza di biomassa sostenibile. I produttori incrementano la ricerca per sviluppare processi brevettati e certificati che separino il cloro dalle foglie e dagli alberi di eucalipto brasiliano. Si stanno concentrando sempre più su procedure su scala industriale che prevedono la triturazione e la macinazione della biomassa in dimensioni più piccole per rendere i pellet di legno sicuri per gli utilizzatori e per i mercati internazionali.
Sviluppo Nazionale ad ampio spettro
Negli ultimi mesi del 2022 il prezzo è lievitato a causa della crisi internazionale per la guerra in Ucraina, che ha avuto ripercussioni nei vari settori economici incidendo anche nei costi di trasporto. Ma a far lievitare i prezzi ha contribuito in buona parte la scarsità della materia, considerando che il nostro paese non è certo tra i maggiori produttori di pellet.
Su circa 3,3 milioni di tonnellate consumate nell’anno soltanto 450.000 tonnellate sono prodotte in Italia (gran parte in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige). In concreto, significa che ne importiamo circa l’85% da Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e dalla Croazia.
L’Italia a fronte di una produzione modesta, rappresenta il maggior consumatore di pellet a uso domestico. Tuttavia, allargando lo sguardo oltre il confine, il nostro consumo rappresenta circa il 15% del mercato mondiale nel settore domestico, ovvero il 6% se aggiungiamo anche il mercato del pellet ad uso industriale.
Un ulteriore incentivo ad avviare un incremento dei consumi nel mercato interno consiste senza dubbio nel recente ribasso dei prezzi. La progressiva riduzione – rilevata dall’Associazione Italiana per le Energie Agroforestali – è frutto soprattutto dell’abbassamento dell’aliquota IVA dal 22% al 10% introdotta dalla Legge di Bilancio 2023.
Oltre a ciò, hanno inciso la paura dei produttori di non vendere il prodotto e la riduzione del prezzo del gas naturale, che è ritornato al livello pre-guerra. Molti grossisti con i depositi pieni di merce acquistata a prezzi molto alti, si ritrovano a svendere la merce convinti di non poter recuperare quanto investito.
Tra materia prima, energia e mano d’opera, il costo del legno rappresenta la maggiore preoccupazione per i produttori. E a tal proposito viene segnalato che il prezzo del legno negli ultimi mesi ha subito una flessione dopo gli aumenti dei mesi scorsi.
In Conclusione
– e per valutare quanto sarà concreta la crescita della domanda di pellet di legno e quindi l’investimento in un impianto di produzione – vale la pena rilevare come l’utente finale venga stimolato anche sotto l’aspetto finanziario. A sostegno della conversione di sistemi combustibili fossili in impianti a biomassa di generazione di riscaldamento ed energia, le Regioni hanno avviato bandi per coprire le spese. La Regione Veneto, per citarne una, ha di recente lanciato il nuovo “Bando Stufe” per l’ammontare di 4 milioni di Euro, grazie al quale è possibile coprire i costi fino al 100% per passare a un impianto a biomassa.